L'amica astigiana Fernanda Aggio - qui nella foto scattata domenica a Moncalvo con la sorella Giuseppina - ci ha spedito questa sua bella meditazione sulla speranza.
La condividiamo sul blog affinchè tutti la possano leggere.
Grazie Fernanda!
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Una frase di Papa Francesco mi risuona sempre alla mente "non lasciatevi
rubare la speranza", questa frase ci segue per tutto il nostro cammino e, mi sa
che pure i bambini nel loro inconscio sperano, inizialmente di fare la pappa e
poi... tutto ciò che desiderano.
Speranza! Questa parola semplice è la più usata, la
più sentita e la più agognata da tutti gli esseri umani, guai se non ci
fosse!!! Tutto perderebbe senso, si sarebbe fanatici, svogliati, senza
interessi, senza amore, senza futuro...
Invece con con la speranza pensi al
meglio, al domani diverso, alla voglia di evadere dal solito trantran, di
emergere da situazioni difficili, di volare in alto, di portare gioia e voglia
di vivere, di pensare che domani tutto sarà più bello e che un raggio di luce
verrà ad illuminare l'angolo più buio della tua casa.
Come si vive senza
speranza? Quanta tristezza puoi avere nel cuore? Senza essa non c' e futuro, non
c'e luce, non c'è progresso, vivi perennemente nel baratro della morte, ma se
alzi lo sguardo al cielo subito ti viene voglia di cantare, di lodare il Signore
che ti ha Donato la vita, di ridere per le banalità del giorno, di voler
comunicare al mondo intero che tu ci sei, che esisti, che speri in un domani
migliore, che tutto si potrà ottenere (basta avere fiducia) e attendere il nuovo
giorno.
Vi racconto una storiella:
In una radura del deserto c'era una piccola piantina che moriva di
sete tanto era il caldo della giornata, guardava verso il cielo nella speranza
di vedere una nuvola passeggera ma... nulla all'orizzonte, soffriva e si
lamentava ormai priva di forze quando improvvisamente una piccolissima nuvoletta
appena nata, passa e sente il lamento, si forma, osserva e timidamente chiede
chi soffre così tanto, la piccola piantina con l'ultimo filo di forze voce
chiede alla nuvoletta se le può regalare anche solo una goccia prima di esalare
l'ultimo respiro.
La nuvoletta vuole fuggire perché la mamma le aveva
raccomandato di non ascoltare nessuno perché troppo piccola, cerca di andare via
ma, presa a compassione del piccolo fiore lascia andare la sua unica goccia e,
si affaccia verso il fiorellino. Questo prende vita, alza la corolla verso il
cielo, il sole fa evaporare la goccia e questa riforma la nuvoletta che, felice
vola in alto a cercare la mamma.
Anche questa volta la speranza ha avuto il
suo risultato.
E' solo una piccola storia ma quale grande insegnamento ci ha dato?
Io
vorrei tanto arrivare ai cuori di tanti, portare la mia speranza che mi aiuta
ogni giorno a sorridere, a pensare positivo, a credere che l'uomo è l'essere più
perfetto del creato, a vedere negli occhi di chi mi sta accanto non solo l'amore
ma la speranza che un giorno anche la nostra malattia verrà debellata e così
potremo correre uniti in un grande girotondo portando a tutti un messaggio colmo
di amore.
Ciao da Fernanda