mercoledì 24 febbraio 2010

dal "Lourdes" di febbraio 2010


I prezzi del pellegrinaggio a Lourdes

LOURDES 25 aprile 1 maggio 2010
QUOTE DI PARTECIPAZIONE PELLEGRINAGGIO IN TRENO
riservate agli associati

ACCUEIL
Malati € 370,00
Accompagnatori € 420,00

Legenda : categoria albergo, quota e supplemento singola
CASA OFTAL € 390,00 -------
AVE MARIA/HOSPITALET € 415,00 -------
ECONOMICA € 445,00 € 85,00
STANDARD € 464,00 € 91,00
SUPERIORE € 530,00 € 98,00
EXTRA € 610,00 € 120,00

Acconto prenotazione € 100,00
Passaggio stagiaires € 125,00

Il personale in pellegrinaggio indosserà la divisa OFTAL.

- GLI IMPORTI SONO COMPRENSIVI DI SISTEMAZIONE IN TRENO IN CUCCETTA/CUCCETTA AMBULANZA/AMBULANZA
- GLI IMPORTI NON SONO COMPRENSIVI DELLA QUOTA ASSOCIATIVA OFTAL DI € 15,00 DA VERSARE AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE
- PER I BAMBINI FINO A 5 ANNI NON COMPIUTI IL PELLEGRINAGGIO E’ GRATUITO SALVO LA QUOTA ASSOCIATIVA
- I BAMBINI DAI 5 ANNI COMPIUTI AI 12 ANNI NON COMPIUTI USUFRUISCONO DELLA RIDUZIONE DI € 100,00
A coloro che comunicheranno la loro rinuncia almeno 30 giorni prima della partenza, verrà restituito l’acconto, mentre una successiva rinuncia non prevede alcun rimborso salvo casi particolari)


LOURDES 26-29 aprile 2010
PARTENZA da TORINO CASELLE ore 8.30 - ARRIVO a LOURDES TARBES previsto per le ore 10.00
RIENTRO da LOURDES TARBES ORE 17 - ARRIVO a TORINO CASELLE previsto per le ore 18.30

QUOTE DI PARTECIPAZIONE PELLEGRINAGGIO IN AEREO riservate agli associati

ACCUEIL
Malati € 560,00
Accompagnatori € 610,00

Legenda : categoria albergo, quota e supplemento singola
STANDARD € 600,00 € 75,00
SUPERIORE € 645,00 € 80,00
EXTRA € 700,00 € 100,00

Acconto prenotazione € 250,00

- GLI IMPORTI NON SONO COMPRENSIVI DELLA QUOTA ASSOCIATIVA OFTAL DI € 15,00 DA VERSARE AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE
- NON E' INCLUSO L'IMPORTO DELLA NAVETTA PER L'AEREOPORTO (€ 30,00)
- LA NAVETTA CONSENTIRA' DI PARTIRE DIRETTAMENTE DA Moncalvo, Serralunga, Ozzano, Balzola, Villanova, Casale Popolo, Morano e Casale.
- PER I BAMBINI FINO A 5 ANNI NON COMPIUTI IL PELLEGRINAGGIO E’ GRATUITO SALVO LA QUOTA ASSOCIATIVA
- I BAMBINI DAI 5 ANNI COMPIUTI AI 12 ANNI NON COMPIUTI USUFRUISCONO DELLA RIDUZIONE DI €100,00
- A coloro che comunicheranno la loro rinuncia almeno 30 giorni prima della partenza, verrà restituito l’acconto salvo la quota di € 100, mentre una successiva rinuncia non prevede alcun rimborso (salvo casi particolari)


PRENOTAZIONI
Le prenotazioni per il pellegrinaggio in treno e in aereo si effettueranno sino ad esaurimento dei posti disponibili entro e non oltre domenica 14 marzo 2010
Le prenotazioni si ricevono presso la sede OFTAL di Casale Monferrato – Corso Valentino, 149 – dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00. Il sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00.
Preavvisando la segreteria al numero 0142 55681, è possibile concordare iscrizioni in giorni e orari diversi da quelli indicati.
Le prenotazioni degli ammalati saranno accettate presentando contestualmente il certificato medico.
I partecipanti dovranno essere muniti di carta d’identità valida per l’espatrio, non scaduta, e di tessera sanitaria

martedì 23 febbraio 2010

Ciao Marco


E' tornato alla Casa del Padre Marco Malfatto, già ospite della comunità Casa del Giovane, per tanti anni con noi a Lourdes.
Una preghiera.

lunedì 22 febbraio 2010

L'invito a partecipare al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dall'Oftal


Carissimi,
dal 25 aprile al 1 maggio la nostra Diocesi sarà pellegrina a Lourdes! Con gioia faccio questo annunzio mentre invito caldamente a parteciparvi; assicuro che – con l’aiuto di Dio - sarò presente anch’io, pellegrino tra pellegrini… Ringrazio fin da ora l’O.F.T.A.L. per l’impegno con cui sta organizzando il pellegrinaggio: è un dono grande che viene così fatto a tutta la comunità diocesana.
Il pellegrinaggio a Lourdes è pensato e realizzato soprattutto per voi carissimi ammalati ed anziani; spero proprio che vi sia possibile partecipare numerosi; noi –da parte nostra- ci impegniamo a metterci accanto a voi per condividere con voi l’esperienza dell’incontro con Maria, nostra buona Madre.
Un invito speciale lo rivolgo a voi carissimi giovani e ragazzi; venite a Lourdes; è un momento forte per crescere, per diventare davvero adulti, per approfondire il significato della fede cristiana vivendo un’esperienza di servizio umile e generoso.
Alle famiglie che celebrano quest’anno un anniversario significativo di matrimonio, è rivolto un particolare invito: vivere a Lourdes questi anniversari in maniera speciale: là ringraziare, là chiedere una rinnovata grazia di fedeltà e di amore.
Sono convinto che siano tante le persone che sentono nel cuore il desiderio di donare un po’ di tempo e di energie per mettersi al servizio di chi ne ha bisogno: Lourdes è una splendida occasione per tradurre in pratica questo proposito; ecco perché rivolgo un fraterno invito a quanti coltivano questo progetto.
Anche i bambini sono destinatari del mio affettuoso invito a venire a Lourdes; voi bambini che fate l’esperienza della malattia; voi tutti bambini insieme con le vostre famiglie siete attesi a Lourdes: là c’è una Mamma che vi conosce e vi vuole bene ed è capace di consolare…
Anche per chi resta a casa vi è un invito: partecipate al “pellegrinaggio spirituale”: unitevi con la preghiera; sentitevi così in comunione con la nostra diocesi pellegrina alla grotta di Massabielle.
Permettetemi, carissimi, che dopo l’invito, indichi qualche riflessione sul significato del nostro andare a Lourdes.
Il “tema” del pellegrinaggio di quest’anno si esprime così: “Imparare a fare il segno della Croce con Bernardetta”. Tutta la vita terrena di Bernardetta si racchiude tra due segni di Croce: quello del suo Battesimo e quello che fece –in un modo ammirevole- nell’ora della morte…
E l’11 febbraio 1858 il segno della Croce è al centro della prima apparizione: “…Volevo fare il segno della Croce; non ho potuto portare la mano alla fronte, mi è caduta. La visione fece il segno della Croce. Allora, la mia mano tremava, provai a farlo e potei…”. A partire da quel momento, Bernardetta non avrà più paura: il segno di Croce – un gesto che va all’essenziale della fede e della vita cristiana è stato la chiave di tutto ciò che è seguito. A Lourdes, quest’anno, vogliamo meditare, capire, imparare questo.
E dopo il pellegrinaggio, desideriamo tornare a casa convinti di aver qualcosa da fare e da donare a quel mondo che è il nostro: la famiglia, la scuola, il lavoro, gli amici, le nostre comunità parrocchiali, la nostra amata diocesi… Ci auguriamo che il pellegrinaggio che insieme vivremo, sia ricco di sorprese, di gioia, di risposte…
Con affetto, + Alceste Catella, vescovo

venerdì 19 febbraio 2010

Dal © Libero del 19 Febbraio 2010

La Madonna sconvolge gli intellettuali

Nella mentalità moderna, imbevuta di ideologia, quando i fatti disturbano le opinioni, tanto peggio per i fatti. Non a caso sta facendo discutere di più, oggi, sui giornali, il film su Lourdes di Jessica Hausner, nel quale la regista esprime le sue opinioni incerte sui miracoli, di quanto facciano discutere le effettive guarigioni miracolose che lì si verificano.
Una delle quali – non ancora riconosciuta perché la Chiesa esige lunghe verifiche medico-scientifiche – è stata resa nota l’agosto scorso.
La signora Antonietta Raco, 50 anni, di Francavilla in Sinni (Potenza), malata da quattro anni di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) – una malattia terribile – è andata in pellegrinaggio a Lourdes sulla carrozzella, dove era ormai immobilizzata, ed è tornata a casa camminando normalmente con le sue gambe.
Cosa le è accaduto? A Lourdes si era immersa nella piscina dell’acqua di Bernadette e aveva sentito un forte dolore alle gambe e poi una voce di donna che le diceva: “Non avere paura”. Di colpo è guarita. Quella stessa voce è tornata per invitarla a far sapere a suo marito cosa le è successo.
“Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo”, così il neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino, che aveva in cura la signora dal 2006, commentava il caso con i giornali. In effetti nella letteratura scientifica non esiste un caso simile.
Il medico ha spiegato: “Non ho mai osservato una situazione del genere in malati di Sla. La diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di Sla a lenta evoluzione. Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi, ma che non crediamo possibile che migliori, perché intacca i neuroni irreversibilmente”.
Invece l’impossibile pare sia accaduto. Di fronte a un’altra guarigione analoga, riguardante Marie Bailly, una ventenne di Bordeaux – che lui aveva conosciuto e analizzato come medico – nel 1903, il positivista e scettico Alexis Carrel (1873-1944), poi Premio Nobel per la medicina a soli 39 anni, andando a Lourdes rivide tutte le sue convinzioni e si convertì al cattolicesimo (racconta tutto nel suo memorabile “Viaggio a Lourdes”). Prima era certo che i miracoli non accadessero. Davanti al fatto si arrese. Carrel rispose lealmente a chi lo interrogava: “Bisogna constatare i fatti”.
Ma molti razionalisti preferiscono tapparsi gli occhi e ripararsi dietro i comodi pregiudizi. Emblematico è il caso di un altro importante intellettuale francese di quegli anni, il laico Emile Zola.
Nella Francia positivista di fine Ottocento si faceva un gran parlare di Lourdes e delle straordinarie guarigioni che lì avvenivano, perché mettevano in scacco la cultura dominante che nega il soprannaturale e quindi la possibilità stessa del miracolo.
Lo scrittore dunque decise di recarsi di persona sul posto per smascherare tutto. Era armato di tutti i suoi pregiudizi: “non sono credente, non credo ai miracoli. Ma credo al bisogno del miracolo per l’uomo”. Secondo lui gli uomini hanno “necessità di essere ingannati e consolati”.
Il “caso” vuole che lo scrittore si trovi a viaggiare nello stesso vagone dove sono due ammalate di tubercolosi all’ultimo stadio, Marie Lebranchu e Marie Lemarchand.
Quando dunque il convoglio arriva a Lourdes, nella mattina del 20 agosto 1892, il famoso scrittore conosce bene le loro situazioni di fronte alle quali la medicina ormai aveva alzato le braccia in segno di resa.
Ebbene accadde a lui precisamente ciò poi accadrà a Carrel: a Lourdes lui stesso dovette constatare la guarigione istantanea, definitiva e scientificamente inspiegabile, proprio di quelle due donne.
Alla sua “sfida” il Cielo aveva risposto con dei fatti. Fatti clamorosi e innegabili, impossibili da cancellare o ignorare.
Tanto che Zola, nel suo libro, fu “costretto” a riferirne, ma invece di riconoscere la sconfitta dei suoi pregiudizi, invece di accogliere il dono che aveva ricevuto, la rivelazione di una verità totalmente inattesa e così misericordiosa, nel suo romanzo parla della vicenda “inventando la morte delle due ‘miracolate’, dopo una breve, illusoria guarigione.
E poiché” ha raccontato Vittorio Messori “una delle due donne risanate, e in modo definitivo, non si rassegnava al falso e protestava sui giornali, Zola andò a trovarla, offrendole denaro perché sparisse da Parigi…”.
E’ una storia emblematica. La cultura laica moderna lancia la “sfida”, ma poi non ha la lealtà di verificare la risposta, cioè i fatti. Naturalmente quel libro di Zola ebbe un gran successo ed è stato ristampato in Italia anche di recente.
“Zola (…) conoscerà un rinnovato successo presso il pubblico della Francia laica, rappresentando Lourdes come la capitale di una gigantesca intossicazione collettiva”, ha scritto domenica scorsa Sergio Luzzatto, sull’inserto culturale del Sole 24 ore.
Il suo articolo era addirittura la copertina. A tutta pagina campeggiava sotto il titolo “Miracoli di fede e scienza”. Questo lungo pezzo di Luzzatto si dilungava proprio a riferire il viaggio a Lourdes di Zola e il successo del suo libro.
Ma purtroppo non vi si accennava minimamente al retroscena suddetto, che poi è un clamoroso infortunio. Anzi, Luzzatto – evidentemente ignaro di questa storia – accredita il libro di Zola come un “meticoloso dossier” contro quell’ “industria del miracolo” che sarebbe Lourdes.
E’ significativo che sull’infortunio di Zola a Lourdes gravi ancora un simile tabù. Si rilegge oggi il suo libro come se queste cose non fossero accadute. La pagina del Sole offre anche alcune delle sue pagine dove i cristiani vengono rappresentati come sciocchi creduloni.
Zola, descrivendo le folle che accorrono a Lourdes, sente pure il bisogno di precisare (bontà sua) che “non sono solo dei cretini, degli illetterati, ma ci sono uomini come Lasserre”.
La cosa gli serve per dimostrare che questa “necessità di essere ingannati” dai presunti miracoli riguarda tutti. Ma chi ha veramente ingannato in questa vicenda?
Naturalmente il problema non è Zola, ma una mentalità – ancor oggi dominante – che in nome del realismo nega la realtà, in nome dello scientismo, nega la scienza e in nome del razionalismo nega la ragione.
Diversamente da quanto comunemente si crede, il razionalismo sta alla ragione come la polmonite sta al polmone. Ecco perché uno scrittore pieno di umorismo come Gilbert K. Chesterton, il grande convertito inglese, dirà a proposito delle diverse reazioni ai miracoli: “Chi crede ai miracoli lo fa perché ha delle prove a loro favore. Chi li nega è perché ha una teoria contraria ad essi”.
Bisogna però precisare che il confronto non è alla pari. La mentalità dominante è l’ideologia di un establishment che la fa da padrone nell’industria culturale. Non da oggi. Attenzione, non sono io a dirlo.
Luzzatto, che certamente è un laico alquanto lontano dalla Chiesa, nell’articolo sopra citato, a proposito della conversione di Alexis Carrel, seguita al verificarsi di quel miracolo, fa questa considerazione impressionante: “Immaginando che una testimonianza del genere sarebbe bastata a rovinargli la carriera universitaria, Carrel cercò di mantenere segrete sia la sua visita alla città dei miracoli, sia l’apposizione della sua firma nella cartella clinica della donna risanata. Ma le voci circolarono in fretta a Lione come a Parigi, e nel giro di pochi mesi egli si vide costretto a lasciare la Francia per l’America”.
Tale era il clima che Carrel, anche dopo aver preso il Nobel, non si decise a pubblicare il suo “Viaggio a Lourdes”, libro che uscì postumo: “tanto poteva allora, negli ambienti della ricerca internazionale” osserva Luzzatto “l’idea che una fede nella fede fosse incompatibile con la fede nella scienza”.
Non ha dunque ragione il papa, Benedetto XVI, quando parla di “dittatura del relativismo” ?
Antonio Socci

mercoledì 17 febbraio 2010

venerdì 12 febbraio 2010

Dal © Corriere della Sera del 12 Febbraio 2010

Se avete idea di andare a vedere il film Lourdes, è necessario leggere prima questa recensione di Vittorio Messori, pubblicata oggi con ampio spazio sul Corriere della Sera.
Evidentemente non è la Lourdes che conosciamo noi...


La prospettiva di Jessica Hausner nel suo Lourdes è dichiarata subito, sin dalla scena iniziale, coll’inquadratura dall’alto della sala da pranzo per i pellegrini. Nessuna finestra, ma una luce artificiale fioca, su un ambiente claustrofobico: nero il pavimento, nere le pareti cui sono appesi crocifissi neri, nere le gonne e i pantaloni del personale, neri i mantelli delle hospitalières con la croce di Malta, nere le divise dei Cavalieri dell’Ordine, neri i clergyman dei preti. A quei tavoli funerei prende posto,in silenzio, una turba da corte dei miracoli di nani, paralitici, cancerosi, assistiti da volontari tanto formalmente educati quanto distratti o perplessi (“che ci faccio, qui?”), vivi solo nello scambio di sguardi tra ragazze col velo e giovanotti col basco. Poca, pochissima luce in tutto il film, la cui cifra cromatica è il plumbeo: nuvole nere nel cielo persino nelle pochissime scene all’aperto.

Anche la benedizione eucaristica del pomeriggio –l’appuntamento quotidiano più amato dai pellegrini, assieme alla processione notturna con le fiaccole– non è girata, come è nel vero, sulla grande, luminosa Esplanade che fronteggia i tre santuari sovrapposti. No, la Hausner ha scelto di ambientarla nell’enorme chiesa sotterranea, dove non penetra alcuna luce. Poca luce pure per la lugubre festicciola finale. E buia, ovviamente, la scena topica della guarigione –miracolosa o casuale che sia– della tetraplegica venuta a Lourdes non per fede, ma per sfuggire dalla casa dove il male la imprigiona.

Crediamo abbia visto bene la UAAR, “Unione degli atei e degli agnostici razionalisti“ nell’attribuire a questo film il suo beffardo premio intitolato a Brian, dal nome di una dissacrante pellicola su Gesù. Dicono, questi atei organizzati, che l’opera della Hausner potrà aiutare a perdere la fede “chi non è ancora approdato a una visione disincantata e scettica“. Pure la Massoneria ha espresso il suo apprezzamento. Che dire, allora, del premio attribuito dagli uomini di cinema cattolici, riuniti in un’associazione riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede? Che dire della diocesi milanese che ha deciso di sponsorizzare quest’opera, diffondendola nelle parrocchie?

Verrebbe in mente quanto mi disse un Umberto Eco ironicamente deluso, quando analoghi premi cattolici (uno, addirittura dalla Loyola University, l’ateneo dei gesuiti americani) furono attribuiti al film tratto dal suo Il nome della rosa: “Io ho faticato per fare un libro radicalmente agnostico se non ateo, sperando di suscitare un dibattito infuocato. E invece no, ‘sti preti mi fregano , applaudendomi e riempiendomi di premi. Quasi quasi ho nostalgia dei bei, vecchi tempi della Santa Inquisizione. Quei tosti domenicani erano meno noiosi del frate e del sagrestano “ adulti“ che, entusiasti, acclamano il miscredente“.

Ma sì, sarebbe facile sorridere del masochismo clericale, cui peraltro siamo ormai rassegnati. Qui, però, occorre forse riconoscere delle attenuanti. In effetti, a una prima lettura il film della regista austriaca (la solita ex-cattolica: l’Occidente ne è ormai pieno) pare accattivante per i devoti. Non c’è nulla dell’anticlericalismo di un Emile Zola che si intrufolò, da anonimo, nel Pellegrinaggio Nazionale francese e ne trasse il suo fazioso romanzo, dove tutto inizia, per lui, da “une pauvre idiote“, da una piccola isterica chiamata Bernadette. Nulla, qui, delle invettive delle Logge ottocentesche, che chiedevano la chiusura manu militari di Lourdes “per abuso della credulità pubblica“, nonché per “ragioni igieniche“. Il vecchio mangiapretismo vociferante ha fatto posto, nella Hausner, a un ateismo radicale, ma politically correct. E una simile negazione della fede -durissima nei contenuti, ma molto soft nei modi- può avere depistato i clericali entusiasti.

L’ateismo, peraltro onestamente dichiarato nelle interviste, non sta tanto nella barzelletta del capo dei Cavalieri hospitaliers (la Madonna che vuole andare a Lourdes, perché non vi è mai stata), battuta un po’ blasfema che svela l’incredulità di quei volontari. Non sta tanto nei dubbi dei pellegrini, nel loro spiarsi invidiosi, ciascuno temendo che il vicino di stanza sia guarito e lui no. E non sta neppure in quei cappellani che, alle domande dei malati, replicano con slogan, quasi fossero distributori automatici di risposte apologetiche. No, l’ateismo radicale del film sta nell’annuncio che il cristianesimo è morto, perché proprio la cartina di tornasole di Lourdes rivela che sono morte le tre virtù teologali che lo sorreggevano: morta la Fede, morta la Speranza, morta anche la Carità, malgrado le apparenze di chi, come i volontari, sembra esercitarla. Ma per amore di sé, non dei bisognosi. Per sfuggire alla noia, per trovare un senso o un marito, più che per aiutare il prossimo.

Papa Giovanni definì Lourdes, che molto amava, “una finestra che si è spalancata all’improvviso, mostrandoci il Cielo“. La Hausner, quella finestra la chiude: da qui, la mancanza di luce, il senso di oppressione, la claustrofobia, il nero che segnano tutta la sua pellicola. Quel Cielo di Roncalli è ormai sbarrato, uccidendo la Speranza.

L’esplosione gioiosa dell’alba della Risurrezione è rimossa a favore di una routine devozionale grigia, noiosa, segretamente ipocrita. Ma è sul serio così? Chi ha esperienza vera di Lourdes sa (e non è retorica) che questo è il regno del dolore ma anche della gioia; della disperazione e della speranza; del dubbio e della fede; dell’egoismo di mercanti, osti, professionisti dell’assistenza e della generosità di infiniti anonimi. Un impasto contradditorio, certo, ma pieno di vita e plasmato, malgrado tutto, da una fede tenace, che non si arrende. Vi sono talvolta nubi, sui Pirenei. Ma, ancor più spesso, vi splende un sole caldo.

La Hausner ha le sue ragioni, cui va il nostro rispetto. Ma, attorno alla Grotta – quella vera, non quella della ex allieva delle suore che ha perso la fede - c’è un braciere che continua ad ardere, simboleggiato dalle mille candele accese giorno e notte, da 150 anni. Non c’è il cero ormai spento, o solo fumigante, che vorrebbe questo film, tanto eccellente nella tecnica quanto unilaterale nei contenuti.

giovedì 11 febbraio 2010

da "La Vita Casalese" dell'11 febbraio 2010

Segui la Messa Internazionale live da Lourdes

GIOVEDI 11 FEBBRAIO : FESTA DI NOSTRA SIGNORA DI LOURDES

In diretta su TV Lourdes, durante tutta la giornata: lettura continua delle intenzioni di preghiera, trasmesse anche via mail.
Per accedere http://www.lourdes-radio.com/player_live/player_live_it/player-token_it.php

h. 10,00 : Messa Internazionale nella basilica San Pio X
h. 11,15 : Angelus alla Grotta
h. 11,45 : Rievocazione della Prima Apparizione
h. 15,30 : Recita del Rosario in Francese dalla Grotta
h. 17,00 : Processione Eucaristica
h. 18,00 : Recita del Rosario in Italiano dalla Grotta
h. 21,00 : Processione "aux flambeaux"

sabato 6 febbraio 2010

Le Messe in San Filippo per l'11 febbraio



N.B. La Messa presieduta da Monsignor Vescovo sarà alle ore 17.30 e non alle ore 17 come sopra riportato.

giovedì 4 febbraio 2010

La circolare del mese di febbraio

Carissimi amici oftaliani,
è il momento di scegliere, di decidere di partecipare al Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes, che quest’anno si terrà tra il 25 aprile e il primo maggio.
Pellegrinaggio guidato da Mons. Vescovo che è alle porte e che verrà presentato ufficialmente domenica 14 febbraio, nella celebrazione della 152^ ricorrenza della prima apparizione di Maria a Lourdes.
Alle 15 ci troveremo in San Filippo per la S.Messa presieduta dal Vescovo Mons. Alceste Catella, a seguire un momento di fraternità con una merenda insieme nei locali dell’Oda, di fronte alla Chiesa di San Filippo.
Sarà anche l’occasione per proseguire la distribuzione del materiale di promozione del pellegrinaggio ai gruppi parrocchiali.

Molti gli appuntamenti delle prossime settimane:
venerdì 5 febbraio : messa del primo venerdì del mese alle 21.00 presso la parrocchia di San Germano, in cui ricorderemo i defunti della nostra Associazione, di queste ultime settimane.
domenica 7 febbraio : alle ore 15.30 all’ospedale Santo Spirito Celebrazione presieduta da Mons. Vescovo per la Giornata Mondiale del Malato;
domenica 7 febbraio : alle ore 15.00 il carnevalino dei bambini e dei giovani organizzato dalla Parrocchia di Morano nei locali dell’oratorio;
giovedì 11 febbraio : 152^ anniversario della Prima Apparizione – Messe ore 15 grotta Ganora – ore 17.30 chiesa di San Filippo celebrata da Monsignor Vescovo;
sabato 20 Febbraio : "Bagna Caouda" presso i locali dell'oratorio di San Germano; ritrovo alle ore 20.00; la serata è rivolta al personale e ai sostenitori dell'OFTAL con lo scopo di raccolta fondi a favore della nostra associazione. Per prenotarsi fare riferimento alla segreteria, entro mercoledì 17 febbraio.
venerdì 5 marzo : ore 21.00 messa del primo venerdì del mese presso la Parrocchia di Mirabello;
domenica 7 marzo : ore 18.00 concerto nella parrocchiale di San Germano della corale San Bartolomeo di Vignale pro carrozza bianca e presentazione del libro su Stefano Bellan.
domenica 14 marzo : inderogabile chiusura iscrizioni pellegrinaggio.

Anticipiamo anche che ad aprile salterà l’appuntamento del primo venerdì del mese in quanto cadrà in concomitanza col venerdì Santo. Sarà occasione di incontro degli associati venerdì 16 aprile, ricorrenza di Santa Bernardette Soubirous, occasione per aprire ufficialmente il pellegrinaggio spirituale.

E sempre per tempo avvisiamo che l’OFTAL casalese organizzerà un pullman per la visita a Torino, in occasione dell’Ostensione della Sindone.

Confermiamo come lo scorso anno l’acquisto di uova di Pasqua che possono essere messe a disposizione dei gruppi parrocchiali Oftal.

Suggeriamo poi la possibilità di rinnovare al più presto il tesseramento all’Associazione e alla rivista “Lourdes”, per cui si può fare riferimento alla segreteria (0142.55681). Su internet all'indirizzo oftalcasale.blogspot.com e alla nostra pagina di Facebook gli aggiornamenti delle nostre iniziative. Si possono ricevere mail di aggiornamento anche comunicando il proprio indirizzo alla mail oftalcasale@libero.it.

Il Consiglio diocesano

da "La Vita Casalese" del 4 febbraio 2010












martedì 2 febbraio 2010

lunedì 1 febbraio 2010

Il ricordo di Ernestina Valterza

Ernestina era la dama più anziana dell’Oftal casalese.
Non sempre il più anziano è quello che ha più cose da raccontare. Nel suo caso certamente si.
La sua storia era legata a filo doppio alla resistenza (lei che era nata proprio sul finire della prima grande guerra e che ha vissuto da protagonista la seconda) e a Lourdes.
Ben 60 volte era andata alla grotta di Bernadette per mettersi al servizio dell’Oftal. Ma i suoi viaggi a Lourdes sono stati molti di più.
Con il suo modo unico di vivere Lourdes, sempre sorridente, gentile e molto professionale, era insegnante, oltre che nella vita, anche in pellegrinaggio; nel senso che accoglieva i pellegrini e faceva loro conoscere i segreti di Bernadette e della sua storia, del cachot, della grotta, della nostra associazione.
Chi le era stato vicino in pellegrinaggio, solitamente ci tornava, perché una bella esperienza, con Ernestina al fianco diventava qualcosa di indimenticabile.
Nei suoi libri è possibile rileggere le sue meditazioni e nella nostra testa certamente risentiremo la sua voce.
Un pezzo importante della nostra Oftal casalese ha quindi raggiunto il paradiso.
La immaginiamo vicino a Santa Bernadette.
I nostri ammalati, i pellegrini a cui ha donato il suo sapere, dame e barellieri ora si affidano a Lei, che dal paradiso continui ad esserci vicina, a proteggerci e a guidarci sulla strada verso Maria.
Alberto Busto