Temo che molti non leggano tutti i commenti ai post e penso si siano persi il bellissimo racconto di Ale, che ripropongo e integro con qualche foto.
Cercherò di raccontarvi la magnifica esperienza che ho avuto la fortuna di vivere sabato 17 marzo nella Basilica di San Pietro a Roma durante il pellegrinaggio in occasione del 75° anniversario della fondazione della nostra associazione Oftal.Alle ore 10 mi trovavo, con il nostro gruppo giovani, nella Basilica per partecipare alla Santa Messa presieduta dal Segretario di Stato Vaticano Em.mo Cardinale Tarcisio Bertone quando si è avvicinato Enzo e ha detto a Salvina che servivano quattro barellieri o dame dei diversi gruppi giovani presenti, senza spiegare il servizio che avrebbero dovuto svolgere. Nello stesso momento, al microfono, veniva spiegato che al termine della Messa sarebbe passato il Papa per rivolgere il suo saluto all’associazione Oftal e al Mac (Movimento Apostolico Ciechi). Il settore riservato a noi, controllato dalle guardie svizzere e dal servizio di sicurezza veniva pian piano circondato di pellegrini in desiderosa attesa del Papa.
Dopo la comunione due ragazzi di Vercelli ed io, guidati da Salvina, abbiamo raggiunto a fatica il punto di ritrovo e quando ho chiesto ad Enzo cosa dovevamo fare, lui mi ha risposto: “Dovete andare a salutare il Papa”. GELO TOTALE!!Da quel momento fino a dopo l’incontro con papa ho assunto un colorito a dir poco rosaceo e la temperatura delle mani è scesa a livello di ibernazione, senza parlare delle gambe che mi reggevano a fatica. Quando hanno distribuito i venti pass, senza i quali non ci saremmo potuti avvicinare al Papa, ho iniziato credere a quello che stava succedendo.Dopo pochi minuti di attesa, da un lato della Basilica si iniziarono a sentire agitazione e voci animate di pellegrini ed ecco che arriva il Santo Padre Benedetto XVI. Dalla nostra postazione non siamo riusciti a vederlo bene, però abbiamo ascoltato il discorso, che televideo ha riportato nei passi fondamentali.DOPO ERA IL NOSTRO MOMENTO!!
È difficile esprimere come ci si sente in fila, mentre aspetti il tuo turno e dietro di te percepisci la folla di persone che freme; avanzi a piccoli passi, vivi intensamente ogni secondo, il cuore batte sempre più forte, il respiro non lo controlli quasi più, non ti sembra vero di essere proprio tu a vivere quell’occasione: ti stai avvicinando al Papa, lo potrai vedere negli occhi e lui potrà guardare nei tuoi!Ed ecco, l’ultima persona davanti a me si sposta e mi trovo faccia a faccia con l’umanità intera in un solo istante. La cosa strana è che nonostante mi trovassi di fronte a tanta spiritualità e cultura il suo sguardo e i suoi atteggiamenti mi facevano sentire a mio agio. È come se mi fossi trovato di fronte a una persona normale e non al Papa.L’emozione era comunque alle stelle e ho semplicemente detto: “Santo Padre, sono Alessandro dell’associazione Oftal di Casale Monferrato”. Lui, col suo caratteristico accento mi ha detto: “Per fortuna ci sono ancora tanti ragazzi come te”. L’unica cosa che sono riuscito a rispondergli è stato: “Grazie a lei, Santo Padre”. Purtroppo il mio tempo era già finito.
Penso sarà improbabile che nel resto della mia vita mi capiti di incontrare un’altra persona che in pochi secondi mi trasmetta quello che è stato in grado di cominicarmi il Papa.Questo messaggio è stato rivolto, attraverso me, a ognuno dei componenti del nostro gruppo e sono queste parole che ci devono dare la forza di continuare a impegnarci nell’associazione, per i malati.Auguro a ognuno di voi di poter provare una così significativa esperienza e quando, nel corso della mia vita mi troverò a riguardare le fotografie di quei momenti vorrò provare ancora tutte quelle emozioni e sentire nei miei occhi gli occhi del Papa.
Dopo la comunione due ragazzi di Vercelli ed io, guidati da Salvina, abbiamo raggiunto a fatica il punto di ritrovo e quando ho chiesto ad Enzo cosa dovevamo fare, lui mi ha risposto: “Dovete andare a salutare il Papa”. GELO TOTALE!!Da quel momento fino a dopo l’incontro con papa ho assunto un colorito a dir poco rosaceo e la temperatura delle mani è scesa a livello di ibernazione, senza parlare delle gambe che mi reggevano a fatica. Quando hanno distribuito i venti pass, senza i quali non ci saremmo potuti avvicinare al Papa, ho iniziato credere a quello che stava succedendo.Dopo pochi minuti di attesa, da un lato della Basilica si iniziarono a sentire agitazione e voci animate di pellegrini ed ecco che arriva il Santo Padre Benedetto XVI. Dalla nostra postazione non siamo riusciti a vederlo bene, però abbiamo ascoltato il discorso, che televideo ha riportato nei passi fondamentali.DOPO ERA IL NOSTRO MOMENTO!!
È difficile esprimere come ci si sente in fila, mentre aspetti il tuo turno e dietro di te percepisci la folla di persone che freme; avanzi a piccoli passi, vivi intensamente ogni secondo, il cuore batte sempre più forte, il respiro non lo controlli quasi più, non ti sembra vero di essere proprio tu a vivere quell’occasione: ti stai avvicinando al Papa, lo potrai vedere negli occhi e lui potrà guardare nei tuoi!Ed ecco, l’ultima persona davanti a me si sposta e mi trovo faccia a faccia con l’umanità intera in un solo istante. La cosa strana è che nonostante mi trovassi di fronte a tanta spiritualità e cultura il suo sguardo e i suoi atteggiamenti mi facevano sentire a mio agio. È come se mi fossi trovato di fronte a una persona normale e non al Papa.L’emozione era comunque alle stelle e ho semplicemente detto: “Santo Padre, sono Alessandro dell’associazione Oftal di Casale Monferrato”. Lui, col suo caratteristico accento mi ha detto: “Per fortuna ci sono ancora tanti ragazzi come te”. L’unica cosa che sono riuscito a rispondergli è stato: “Grazie a lei, Santo Padre”. Purtroppo il mio tempo era già finito.
Penso sarà improbabile che nel resto della mia vita mi capiti di incontrare un’altra persona che in pochi secondi mi trasmetta quello che è stato in grado di cominicarmi il Papa.Questo messaggio è stato rivolto, attraverso me, a ognuno dei componenti del nostro gruppo e sono queste parole che ci devono dare la forza di continuare a impegnarci nell’associazione, per i malati.Auguro a ognuno di voi di poter provare una così significativa esperienza e quando, nel corso della mia vita mi troverò a riguardare le fotografie di quei momenti vorrò provare ancora tutte quelle emozioni e sentire nei miei occhi gli occhi del Papa.
5 commenti:
Caro Ale ci sono, vi leggo, e non sempre riesco a rispondere un pò perchè arrivo tardi all'appuntamento, un pò perchè tante cose le vivo forzatamente distaccato da voi......
Che dire hai fatto un pezzo di storia con questo commento, e credo che hai sintetizzato il 5 % di ciò che hai provato in quei momenti, non perchè non sei capace di scriverlo, ma perchè è difficile sintetizzarlo.
Va beh spero stasera di passare 10 minuti da voi, per un bel bagno di oftalite che ci sta sempre bene sotto esami,
vi abbraccio
Fabio B.
ma dai? non lo sapevo!!! con tutte le cose che ho da fare non riesco più a vedervi!
che fortuna (mi verrebbe da dire qualcosa di più colorito, ma non mi sembra nè il momento nè il luogo)
non oso immaginare l'emozione ... l'agitazione .... che forza però!!!!!
Scusate, ma per completezza d’informazione devo fare una correzione al mio articolo..Salvina mi ha ricordato che Enzo non ha chiesto dei barellieri o delle dame solo di Casale o Vercelli, ma ha chiesto barellieri o dame di diverse diocesi…i ragazzi che erano con me erano: un barelliere di Vigevano, una dama di Vercelli e un’altra dama di cui non sappiamo la sezione di provenienza.
Scusate per la mancanza ma il colloquio tra Enzo e Salvina è avvenuto un po’ distante da me e il mio finissimo udito mi ha tradito!! Sorry :-)
Grazie Ale per la rettifica e per come hai saputo trasmettere l'esperienza!
Che invidia Ale, veramente... ma sono contenta che sia capitato a te, ti porterai nel cuore quei momenti per tutta la vita.
Penso sia il sogno di molti parlare con il Papa, ma anche solo un saluto è un'occasione grandissima.
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